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Ho 25 anni, a contrario di molte altre persone credo di avere un vantaggio: vedo l’Italia sia da cittadina, sia da straniera. Sono 5 anni ormai che vivo, studio e lavoro all’estero e tante volte, da emigrata (perchè questo sono, un emigrante) mi sono vergognata di essere Italiana.

Bene, da tre giorni me ne vergogno ancora di più.

Sono sintonizzata su Rai 2, ed in questo preciso istante ascolto Bel Pietro e l’Onorevole Santanchè ospiti da Padiglione sul notissimo caso di Rubi, del Bunga Bunga e di tutto questo, è il caso di dirlo, Puttanaio, a casa del Premier. Nel corso del programma si racconta la storia Rubi, 17 anni: povere origini, trattata male dal padre, promessa in sposa all’eta di 12 anni ad un uomo di 49 e per questo scappata di casa.. e Berlusconi viene dipinto come un “benefattore” che si è mosso per aiutare questa povera creatura che, senza cittadinanza e senza documenti, è stata arrestata per furto.

Ragazzi: apriamo gli occhi, il problema non è Rubi in sè, non è di questo quello di cui all’estero si parla! Lo scandalo, non sono affatto le feste da Berlusconi, non è il Bunga Bunga, non è la vita della ragazza o la sessualitò del Premier. Lo scandalo è che il presidente del consiglio abbia chiamato la questura di Milano spacciando la ragazza per la nipote di Mubarak e che la procura abbia dato l’affidamento in tempi RECORD a Nicole Minetti (guardacaso facente parte del PDL) che non conosce la ragazza e non l’ha mai vista. Affidamento record, certo, perchè nessun minore viene affidato in 5 minuti ad un perfetto estraneo, lo sappiamo bene. Pero’ lo scorso Maggio questo è successo. Dunque la domanda è: perchè è successo?

Come mai la ragazza è stata affidata ad un estranea in tempi record? Se fosse stato un altro invece di Berlusconi a chiamare la questura, l’affidamento sarebbe stato accordato? Siamo onesti: non sarebbe accaduto. Lo sa la questura, lo sanno I giornalisti e lo sapete anche voi che non sarebbe successo. E allora la domanda viene spontanea: Le nostre leggi sono o no uguali per tutti?

Questa, cari lettori è l’immagine che all’estero passa dell’Italia: le nostre leggi non sono uguali per tutti, sono soggiogate da una sola persona, per i suoi fini personali, qualsiasi essi siano. Questo è il vero scandalo!  Ed ancora + scandaloso e che voi che in questo paese ci vivete, non scendiate in piazza a protestare!!

Nessun ideale, nè di destra nè di Sinistra, giustifica lo sfruttamento di una carica pubblica per scopi personali: e voi che fate? Vi limitate a scuotere la testa davanti alla televisione in casa vostra?

E’ tempo di svegliarsi. Lo è davvero!

1.708.000.000.000; Con questa cifra a 12 zeri l’Italia si siede al tavolo dei paesi più indebitati del mondo. Secondo le stime redatte dalla CIA “The World fact book” sono solo 7 i paesi che vantano un debito pubblico superiore al 100% del loro PIL. In dettaglio essi sono:

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Da dove nasce questo debito e chi dobbiamo ringraziare?

Negli anni ‘60 l’Italia brilla nel mondo per l’elevatissimo tasso di sviluppo superiore al 5% annuo, l’inflazione è stabile e il costo del debito pubblico (pari al 32.5% dl PIL) è nettamente inferiore ai tassi di crescita del paese: una situazione ottimale destinata a breve vita. Dal 1968 si registra un aumento dell’inflazione e un rallentamento nella crescita del paese che scende al 3%, intanto la Lira registra una svalutazione continua e il rapporto deficit PIL cresce fino al 40%: è l’inizio della catastrofe. Il debito è in continuo aumento, dapprima in modo graduale e poi, a partire dal 1983, in maniera esponenziale. Il debito pubblico cresce cresce e cresce e i vari governi, invece di far rientrare i conti continuano a spendere; largheggiano le pensioni d’invalidità senza controllo, le spese nei ministeri, i finanziamenti a pioggia, gli acquisti di società decotte, ecc. Sono gli anni in cui si diffonde l’evasione fiscale, la grande piaga, tutta italiana e mai sanata.

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Nel 1994 il debito pubblico tocca il suo massimo storico: 124% del Pil: lo stato Italiano rischia il fallimento e non soltanto perchè sia indebitato per più del 100% delle proprie entrate, ma perché questo debito non è in grado di sostenerlo.

Facciamo un esempio:

Supponiamo che la famiglia Bianchi abbia un reddito complessivo di 50.000 € annui, e che abbia appena comprato casa accendendo un mutuo di 62,000 euro. E’ quindi indebitata per il 125% del suo PIL, esattamente come lo stato Italiano. Dal momento che i debiti prima o poi vanno onorati, e se non si pagano oggi si dovranno pagare domani sostenendo costi aggiunti (ovvero interessi passivi e soprattutto l’impossibilità di effettuare investimenti) un amministratore avveduto consiglierebbe alla famiglia Bianchi di estinguere il suo debito il prima possibile, destinando il 20% (10.000€) del proprio reddito al rimborso del mutuo, di cui 8.500 come quota capitale e 1500 di interessi. In questo modo in poco più di sette anni la famiglia Bianchi avrà estinto il suo debito e potrà investire i suoi soldi in altri modi, come una seconda casa, un’auto, l’università per i figli. Se la famiglia Bianchi, invece di abbassare il debito in modo continuo, allungasse la sua scadenza o lo aumentasse contraendo altri debiti, ipotecherebbe il proprio reddito per un periodo sempre più lungo aumentando così il peso dei costi aggiuntivi, e a lungo andare si ritroverebbe schiacciata dagli interessi passivi. Il 20% che pagava all’inizio non sarà più sufficiente per ripagare una parte consistente della quota capitale più interessi, ma sarà sempre più destinato al risarcimento dei soli interessi. In questo modo la famiglia Bianchi si troverebbe schiacciata da un debito più grande di lei di cui non riuscirebbe a vedere la scadenza, ipotecando così il futuro dei figli, che un domani dovranno continuare a pagare il debito contratto in passato dai genitori. Questa è esattamente la situazione in cui si trovava (e si trova tutt’ora) lo stato Italiano. Nel 1994 l’Italia rischiava il fallimento e l’Europa ci impose il risanamento dei conti pubblici e dal quel momento il debito cominciò finalmente a ridursi.

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Nel 1996 il debito è ai massimi storici, il paese è in forte rischio. Il centro sinistra ereditò un debito pubblico pari al 124%. In 4 anni lo ha portato a 113,3%. Una diminuzione dell’11,8 %, di cui ben 3,7 punti solo nell’ultimo anno di governo. Un dato eccezionale che ha richiesto agli italiani non pochi sacrifici. A causa del fallimento imminente dello stato, Giuliano Amato, allora capo di Governo, accanto ad un netto taglio della spesa pubblica, mise le mani nel portafoglio degli italiani in senso letterale, imponendo una tassa del 6 per mille su tutti i conti correnti. In questo modo tutti gli italiani furono costretti a dare un contributo per la nazione, evasori fiscali compresi dal momento anche loro sono possessori di conti corrente. Questa “cura da cavallo”, fortemente criticata dal centro destra, diede i suoi frutti impedendo all’Italia di fare la fine dell’Argentina. E’ la stessa cura che un amministratore consiglierebbe alla famiglia Bianchi: ripagare in fretta il proprio debito in modo da poter ricominciare ad investire sul proprio futuro il prima possibile per i propri figli.

Nel 2001 Berlusconi prende le redini di un paese in rilancio (il debito è sceso di ben 3 punti nell’anno precedente) ed è stabile al 110,9% e in 4 anni lo porta a 106,4%. Una riduzione del 3%. Con un aumento di 2 punti percentuali nell’ultimo anno. Il calo del debito rallenta bruscamente: in 5 anni è diminuito di 1/3 rispetto ai risultati ottenuti dal governo precedente, ma non solo, l’aumento di 2 punti percentuali del debito nel 2005 (amministrazione Tremonti) vanificò completamente i sacrifici fatti dagli Italiani nel 2000 con la tassa 6 per mille sui c/c. La situazione è di nuovo critica, lo stesso Tremonti è preoccupato e per rifinanziare il debito promette la vendita di beni demaniali, come le spiagge, i condoni, e decreta la legge sul “rientro dei capitali” ovvero permette agli evasori fiscali di far rientrare in Italia i capitali nascosti con tassazioni agevolate. Tutte manovre che tamponano la ferita, ma non la curano. L’Italia si ritrova di nuovo schiacciata dal debito e viene di nuovo ammonita dall’unione europea in quanto il Deficit ha ampiamente superato il limite massimo consentito pari al 3% come stabilito dal trattato di Maastricht.

Nel 2006 il governo Prodi per un pugno di voti prende in mano un paese in crisi. Per la prima volta in 10 anni il debito è aumentato, e di molto, 2 punti percentuali in un solo anno. L’Europa ci ha segnalati come zona rossa. Il ministro Padoa Schioppa attua una politica di contenimento della spesa pubblica e di tasse e di lotta all’evasione fiscale. Viene imposto il controllo anagrafico per tutti i versamenti bancari superiori a 5.000€ su qualsiasi conto corrente, in modo da verificarne l’origine ed essere certi che non siano capitale evaso. Il debito riprende a scendere e arriva al 103,5%, con una diminuzione di 3 punti in un solo anno e mezzo di governo, lo stesso risultato che il Governo Berlusconi aveva ottenuto in 5 anni. In questi 18 mesi i conti sono risanati e l’andamento di restituzione del debito rispetta la condotta ideale che dovrebbe tenere la Famiglia Bianchi, ossia stringere la cinghia fino ad esaurimento debito. Il rapporto deficit Pil rientra nei limiti di Maastricht e l’Europa toglie l’Italia fra i paesi considerati in zona rossa.

Nel 2008, nuovamente, il governo Berlusconi prende il controllo di un paese che dai dati si sta rialzando. L’Italia non è più considerata a rischio in quanto si è allontanata dal limite di Maastricht. A questo limite siamo comunque ancora vicini, e l’amministratore della famiglia Bianchi consiglierebbe di contenere le spese cercando di mantenere un rimborso omogeneo del debito, in modo da non incorrere in costi aggiuntivi. Invece come primo provvedimento il governo elimina la norma anti-evasione. Si aboliscono i controlli sui versamenti su conto corrente, e viene tolto l’ICI anche per i redditi alti. Il risultato è un aumento della spesa pubblica, le entrate diminuiscono e il debito pubblico sale. In un solo anno aumenta di nuovo di due punti percentuali.

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Il governo cerca di tamponare la ferita attraverso tagli alla spesa pubblica (soprattutto all’istruzione) ma questo non basta. Le previsioni per il 2009 sono in continuo peggioramento. Secondo il supplemento al bollettino statistico della Banca d’Italia le entrate si sono attestate, nel primo trimestre 2009, a 81.016 miliardi, ovvero circa 4 miliardi in meno (-5%) rispetto agli 85.075 dei primi tre mesi del 2008. La crescita del Pil è prevista con segno segativo: -2 punti, e si prevede una vertiginosa salita del debito pubblico, con il conseguente aumento dei costi aggiuntivi quali interessi passivi e l’impossibilità di effettuare investimenti. L’Italia sta intraprendendo la strada peggiore, la stessa che porterebbe la famiglia Bianchi ad ipotecare il futuro dei suoi figli. Con la differenza che in Italia il debito è talmente grande che il futuro dei figli di oggi è già ipotecato, a rischio c’è quello dei loro nipoti.

Fonti:

Corriere.it (Pag. 12) ; Dipartimento del tesoro ; Repubblica.it ; Il sole 24 ore (pag. 12) ; Mondifinanzablog.com ;

Dati:

Bollettino banca d’Italia

ROBERTO ARTONI, Note sul debito pubblico italiano dal 1885 al 2001.

Link Consigliati:

Italian Innovation

;) Pausa esami

Mi scuso con tutti i lettori e commentatori. Sto cercando di preparare al meglio gli ultimi esami all’università e, come immaginate, non ho molto tempo libero così il Blog è un po’ lasciato a se stesso, con mio grande rammarico. Quello che sta accadendo in Italia in merito a Giustizia e a sbandierate riforme al sistema pensionistico merita di essere raccontato e spiegato, purtroppo ora non posso. Se qualcuno di voi ha qualcosa da dire, qualche argomento approfondito o qualche riflessione che vorrebbe fosse resa pubblica puo’ mandarmi un e-mail a ambra.colacicco@gmail.com sarò lieta di pubblicarla 🙂

Nel frattempo vi consiglio di dare un occhio questi due siti, http://neclord1000.wordpress.com/ & http://davcorner.altervista.org/

aggiornatissimi e ben fatti 🙂 Certo non quanto mydesklight però…… 😛 Suvvia Dav&Nec, sapete che scherzo!!

A presto e.. auguratemi in bocca al lupo! 😉

Ambra

Ministro all’istruzione MariaStella Gelmini:

Non ci sono solo tagli in questa Finanziaria. Non abbiamo intenzione di chiudere le scuole di montagna, ne’ di toccare il numero degli insegnanti di sostegno e di religione. Gli slogan sui tagli sono un broglio mediatico

E certo! 🙂 I Tagli non ci sono, parola Di Gelmini! La tabella sottostante è solo un effetto ottico… in realtà non esiste…..

tagli

Fonte

http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Economia%20e%20Lavoro/2008/06/tagli-scuola.shtml?uuid=740173e4-466c-11dd-80d8-a94e3bb67b17&DocRulesView=Libero

http://irpinianelmondo.files.wordpress.com/2008/11/tagli.jpg

21 Marzo 2008, Silvio Berlusconi:

«Di Alitalia ho parlato stamattina a Romano Prodi ed ho chiesto che faccia un prestito ponte di almeno 300 milioni di euro  in grado di far partire la cordata degli imprenditori italiani. Lo dobbiamo al paese»

Il 24 Aprile il prestito gli fu concesso con vincolo di restituzione entro e non oltre Dicembre 2008. Vincolo abrogato lo scorso 20 Maggio, data in cui il governo, tramite decreto, trasformò il “prestito” in un vero e proprio finanziamento a fondo perso per reintegrare il patrimonio netto della compagnia ormai azzerato dalle perdite come se fosse capitale. Da “prestito” è diventato un “regalo”.

Se questo decreto è passata inosservato agli italiani che, ignari di tutto, hanno applaudito Berlusconi come salvatore del Paese, non è certo sfuggito all’Unione Europea che lo ha immediatamente considerato  un aiuto statale e come tale ILLEGALE in quanto minaccia per la libera concorrenza europea.  Bruxelle obbliga quindi gli acquistitori di Alitalia alla restituzione immediata dei 300 milioni presi in prestito. Chiaramente Cai, la compagnia che sta per acquisire Alitalia, si oppone e dichiara:

L’offerta di acquisto che abbiamo proposto è valida solo se il governo italiano riuscirà ad ottenere provvedimenti da parte della Commissione europea con cui si attesti che eventuali aiuti di Stato, ai sensi dell’art. 87 e seguenti del Trattato CE, istituiti a beneficio del Gruppo AZ prima della stipula del contratto, non comportino a carico dell’Acquirente alcun obbligo di restituzione”.

Insomma, andando contro l’Europa, Cai non ha alcuna intenzione di pagare il debito contratto con i contribuenti italiani  e minaccia il ritiro dell’offerta di acquisto. Il governo, altra cosa che gli Italiani ignorano, anzichè cercare di tutelare gli interessi dei cittadini evitando che  300 milioni delle loro tasse  finiscano in una compagnia privata, cercano di mediare con l’Europa, sottolineando la  «discontinuità» fra la nuova e la vecchia Alitalia.  Sostengono infatti che i debiti di alitalia, prestito ponte incluso, devono essere giustamente rimborsati dallo stato Italiano in quanto primo proprietario di Alitalia e non certo dal gruppo Cai, che subentra solo in seguito. Allora, stanno lavorando in favore di 58 milioni di Italiani o per tutelare gli interessi di 16 imprenditori??

Se questa proposta, portata avanti dal commissario italiano Antonio Tajani  e sostenuta dal ministro dei trasporti Altero Matteoli dovesse essere accolta dalla Commissione Ue, i 300 milioni saranno restituiti dalla cosiddetta ‘bad company’, pagati quindi dai contribuenti italiani che oltre ad accollarsi TUTTI i debiti di Alitalia, si accollano ulteriori 300 milioni, per un totale di OLTRE 1,8 MILIARDI DI EURO!!

E io pago!

Fonti:

  1. http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2008/03/21/berlusconiprestito-ponte-per-dare-alitalia-ad-airone.html
  2. http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Finanza%20e%20Mercati/2008/05/alitalia-manovra-anti-perdite.shtml?uuid=7160b846-27ec-11dd-83b5-00000e25108c&type=Libero
  3. http://www.corriere.it/ultima_ora/notizie.jsp?id={63A98DB5-31BB-4FDB-B639-F3F345E34623}